Salicilico

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un nuovo tipo di peeling chimico all'acido salicilico arrivato dagli USA dove e' stato proposto per la prima volta da un famoso dermatologo, Douglas Kligman nel 1997. Eccovi le informazioni  su questa nuova tecnica e i suoi vantaggi.

In un primo studio, egli ottenne risultati di grande interesse in pazienti affette da forme medio-lievi di acne papulo pustolosa e l'anno successivo sperimento' lo stesso principio attivo in casi di pelle invecchiata precocemente a causa dell'eccessiva esposizione ai raggi solari, ottenendone benefici altrettanto evidenti quanto a efficacia e sicurezza d'impiego. In particolare nella sua esperienza egli metteva in evidenza una totale assenza di rischi di effetti collaterali permanenti, possibili con altri peeling, come esiti cicatriziali o iperpigmentazioni reattive. Non era la prima volta che in dermatologia si provava l'acido salicilico, conosciuto da anni per le sue spiccate proprieta' cheratolitiche. Attenzione pero' a non confonderlo con il suo piu' illustre derivato, l'acido acetilsalicilico, quello contenuto nella comune aspirina. 

L'acido salicilico per il suo uso antiacne ed antiaging, va utilizzato a concentrazioni molto alte, intorno al 25%, mai usate in precedenza per applicazioni topiche e per questo deve essere riservato solo allo specialista medico. Diviene allora fondamentale una corretta informazione che non lasci spazi a confusione o false aspettative.

L'innovazione e i vantaggi nella tecnica d'impiego

Poco solubile in acqua, l'acido salicilico si discioglie facilmente in alcool, che rappresenta quindi il veicolo base nelle preparazioni per il peeling (Canova Salicylic - prodotto studiato e presentato per la prima volta in Italia da Sifarma - Milano). 
E' proprio questa inedita combinazione tra solvente e soluto che si rivela determinante ai fini della sicurezza d'impiego: infatti, applicando la soluzione su tutta la superficie del volto in un'unica manovra, (Figura 1) il peeling agisce sulla pelle per tre o quattro minuti al massimo, che corrispondono al tempo necessario per una completa evaporazione dell'alcool. Alla scomparsa del solvente, l'acido salicilico residuo precipita in forma di polvere bianca (Figura 2) e l'azione si interrompe automaticamente.


La durata del peeling e' dunque rigidamente predeterminata, trovandosi cosi' l'operatore a essere sollevato dall'obbligo di modulare il tempo d'azione secondo lo spessore cutaneo e secondo la reattivita' individuale: nel caso dell'acido glicolico, a esempio, si richiede un attento esame delle aree sotto trattamento per coglierne tempestivamente l'arrossamento come segnale d'interruzione del peeling.
Al termine dell'operazione, durante la quale il paziente avverte un intenso bruciore, sono ben visibili sulla cute i residui polverosi dell'acido. Questa caratteristica costituisce un altro fondamentale vantaggio della nuova tecnica, essendo l'intensita' del peeling desumibile dalla quantita' visibile di residuo polveroso. e' per questo che nelle aree cutanee dove il precipitato fosse scarso o assente lo specialista procede subito a una seconda applicazione con cui ottiene una perfetta omogeneita' di trattamento.


La sensazione di bruciore scompare rapidamente subito dopo l'evaporazione dell'alcool. Il medico informa la paziente preliminarmente sull'effetto soggettivo, peraltro facilmente sopportabile, e la rassicura sulla sua rapida scomparsa entro pochi minuti. Un eventuale ricorso a mezzi meccanici di ventilazione per accelerare l'evaporazione e ridurre il disagio, andrebbe evitato tassativamente per non limitare l'efficacia del trattamento.
Tutti gli altri aspetti dell'operativita', criteri di esclusione, preparazione del paziente, protezione degli occhi e delle mucose durante il peeling, idratazione e protezione dalla luce solare diretta nei giorni successivi, sono gli stessi comunemente adottati nei peeling medi superficiali.

Effetti clinici nell'acnee nel photoaging

Le indicazioni terapeutiche sono l'acne di grado medio lieve, anche in fase attiva, e il photoaging con o senza macchie iperpigmentarie. Nell'acne i risultati positivi (Figura 4) sono strettamente legarti alle azioni comedolitica e antimicrobica tipiche dell'acido salicilico. Si osserva anche una marcata riduzione della seborrea, effetto questo che il paziente apprezza particolarmente sul piano soggettivo.
Il trattamento non e' ovviamente sostitutivo di terapie topiche o sistemiche eventualmente necessarie per un'azione correttiva sulle componenti patogenetiche della malattia.

Nel photoaging i miglioramenti sono la conseguenza della desquamazione e dell'aumentato turnover cellulare epidermico. Clinicamente si notano un aumento della lucentezza e levigatezza cutanee, un'attenuazione delle macchie iperpigmentarie e delle piccole rugosita' specialmente nelle aree periorale e perioculare.

In conclusione, la tecnica all'acido salicilico, di esclusiva competenza medica si pone come una valida alternativa al peeling con acido glicolico e puo' costituire una prima fase di un trattamento dermo-estetico che, dopo l'intervento, potra' continuare in collaborazione con l'estetista di fiducia