Bella più di prima. Si può!

Si può! Eccome, se si può!

Lasciarsi alle spalle anni di dolori, ansie, mortificazioni e disagi. Anni di pessimismo, dopo aver gettato la spugna. E averla ripresa in mano. E rigettata. Fino allo sfinimento.

Giorni interminabili e notti senza sonno. Quando l’anima sembra esser fuggita via, senza aver lasciato nemmeno un biglietto d’addio. Quando neanche lo sguardo di chi ami e ti ama riesci ad incrociare, per non dover confessare la stanchezza di vivere.

Quando non ti senti più né donna, né essere umano.

Ecco, sì! Lasciarsi alle spalle proprio quella sensazione lì. Di morte, senza, però, aver reso a D*o l’ultimo respiro.

Liberarsi del manto pesante dell’isolamento e aggiungere un colore in più alla tavolozza della vita.

Magari, trovare un piccolo agguerrito plotoncino di angeli custodi che, con garbo e professionalità, ti regala una seconda nascita. Proprio quella di cui hai bisogno.

Un azzeramento deciso dei brutti ricordi e un battesimo beneaugurante per una nuova esistenza. Più serena, sicura, felice.

L’ho visto, questo miracolo. Ho assistito al prodigio. E mi sono commosso fino alle lacrime.

Era la prima puntata di Bella più di prima, il docu-reality trasmesso su La5. Non un banale programma televisivo, ma una sorta di mano santa stesa verso chi veramente ne ha bisogno.

Donne al limite. Ma con una rinata voglia di vivere. E bene.

Donne comuni. Donne di tutte le case. Quelle che non conoscono le pagine patinate della stampa glamour, ma che, piuttosto, fanno bracciodiferro con la spesa quotidiana.

E un bel giorno, vincono pure. E trovano a premiarle l’hair stylist e la dermatologa, l’odontoiatra e il chirurgo plastico. Un poker d’assi della sensibilità e dell’umanità.Monica Coppola, ridisegna non solo il taglio dei capelli, ma anche un nuovo stile di vita. Mentre la dottoressa Gualano regala nuovi sorrisi e altra tenacia. Mi piace la dermatologa che è anche medico estetico, Annalisa Pizzetti: a lei anche io consegnerei le mie stanchezze, sicuro che sparirebbero in un fiat. Mentre al chirurgo plastico, quel pezzo d’uomo di Antonio Spagnolo, affiderei i miei cinquanta passati per farglieli trasformare in più nobile futuro. E non solo quelli…

 

Ah! Se lo stesso format prevedesse il recupero dei giorni più belli delle vecchie checche ciabattone! Mi consegnerei come eretico al rogo, come colpevole al patibolo.

Già! Anche io vorrei provare la gioia del riscatto, della rinascita. Della seconda opportunità.

E, per una volta, sarebbe possibile grazie alla tanto denigrata Tv!